Artemide

Artemide

Artemide, per i romani Diana, era la dea della caccia e della luna: immaginiamo una donna slanciata e forte che corre nel folto della foresta circondata da ninfe e da cani da caccia. Ad ella si associano molti animali che rappresentano le sue qualità: l’orso per l’aspetto distruttivo, la leonessa per la regalità, la cerva per il suo aspetto sfuggente. Artemide è anche colei che porta la luce, perciò viene spesso rappresentata con la torcia in mano e circondata da una cielo pieno di stelle. 

Ogni donna che trovi la sua identità in se stessa rappresenta l’archetipo di Artemide: indipendente e forte trova il suo valore in ciò che è e in ciò che fa; è integra e completa anche da sola perciò non sente la necessità di una figura maschile vicina.

È una donna che punta alla meta, metaforicamente scocca la sua freccia e mira con successo, non si lascia distrarre dalla competitività altrui né dalle cattive influenze, va dritta per la sua strada e crede ciecamente nei suoi progetti e nelle sue idee. Spesso è una fervente femminista e si occupa delle sue “sorelle” donne con passione e senso della giustizia.

La nuova dea Artemide ama la natura, adora esplorare luoghi incantati e vivere la sensazione di connessione con la terra: la sua visione lunare, distinta e chiara, la rende riflessiva e attenta a se stessa, colma di un’incredibile spiritualità.

Testo liberamente tratto da  “Le dee dentro la donna” di Jean S. Bolen